Roland Garros : Novak Djokovic “Forse la mia ultima partita a Parigi”

(Foto P.Boren)

Parigi

Conferenza stampa di Novak Djokovic

Sinner b. N. Djokovic 6-4, 7-5, 7-6

D: Grande sforzo stasera. Uscendo dal campo ti sei fermato un momento. Che emozioni hai provato in quel momento, fermandoti sulla terra rossa che ha significato tanto per te nella tua carriera?

DJOKOVIC: Sì, ho provato una profonda gratitudine per il tipo di supporto ricevuto stasera. È stato incredibile. Non credo di aver mai ricevuto così tanto sostegno in questo stadio, in match importanti contro i migliori del mondo. È stato davvero un onore vivere questa esperienza. Non sono felice per la sconfitta, ovviamente, ma ho cercato di mostrare la mia gratitudine al pubblico, perché è stato fantastico, soprattutto nei momenti in cui sembrava che tutto stesse andando nella sua direzione. Mi hanno sostenuto, dato forza per continuare a lottare fino all’ultimo punto, e così ho fatto. Complimenti a Jannik per un’altra prestazione solida. Mentalmente ha meritato tanto per essere rimasto in partita nei momenti difficili, con tutto lo stadio che tifava e con set point contro, trovando colpi davvero buoni. Ha dimostrato perché è il numero 1 del mondo. È stato semplicemente troppo solido stasera.

 

D: Quella gratitudine che hai mostrato a fine match sembrava un addio. Se l’anno prossimo starai bene fisicamente, pensi di tornare?

DJOKOVIC: Potrebbe essere stata la mia ultima partita qui. Non lo so. Ecco perché ero un po’ più emotivo alla fine. Ma se davvero è stato il mio addio al Roland Garros, è stato bellissimo per l’atmosfera e l’affetto ricevuto dal pubblico.

D: Da quanto tempo senti che potrebbe essere l’ultima volta qui?

DJOKOVIC: Non da molto. Onestamente non so cosa mi riserva il domani a questo punto della mia carriera. Continuerò ad andare avanti, sì (sorride). Ovviamente Wimbledon è il prossimo torneo, il mio preferito fin da bambino. Farò di tutto per prepararmi al meglio. Forse è la mia miglior chance per vincere un altro Slam, magari anche sul cemento veloce in Australia. Però devo dire che sono orgoglioso del mio impegno stasera e in questo torneo, considerando che non ero in grande forma entrando al Roland Garros. Ma lui è stato troppo forte. Ho avuto qualche chance nel terzo set, anche un set point, con il dritto, l’ho cercato ma l’ho sbagliato. Questi ragazzi come Sinner e Alcaraz mettono sempre pressione. Sono costantemente addosso, e la pressione aumenta col passare del match. Le occasioni sono rare, e questo ti rende più ansioso. E allora provi a forzare il colpo. È quello che ho fatto. E ho sbagliato. Comunque meglio evitare uno “zero” o un “bagel” stasera (ride). Jannik ne ha rifilati parecchi in questo torneo. In termini di livello, credo siano stati tre set tirati. Il secondo e soprattutto il terzo potevano girare in un paio di punti. Ma è stato un vincitore meritato. Mi ha messo costantemente sotto pressione, non mi ha mai dato tempo di spingere davvero la palla. Sempre sulla riga, sempre costringendomi a difendere. Ecco perché è il numero 1. Gli auguro il meglio per la finale. Sarà una sfida incredibile con Carlos, sono i due migliori al momento.

 

D: Quando dici che potrebbe essere stata la tua ultima partita qui, intendi che stai prendendo in considerazione tutte le opzioni? O è un pensiero che stai realmente valutando?

 

DJOKOVIC: Ho detto che potrebbe essere stata l’ultima. Non che lo sia. Non lo so in questo momento. Dodici mesi, a questo punto della mia carriera, sono un tempo molto lungo. Voglio continuare? Sì. Ma potrò farlo fra dodici mesi? Non lo so. Questo è tutto quello che posso dire al momento.

D: Hai detto che proverai a essere pronto per Wimbledon. Come gestisci ora i tuoi obiettivi e il calendario? Dobbiamo aspettarci che dopo Wimbledon deciderai se giocare lo US Open?

 

DJOKOVIC: Al momento cerco di attenermi al piano: giocare gli Slam. Sono la priorità assoluta del mio calendario. Wimbledon e US Open, sì, sono nei miei piani. Questo è tutto quello che posso dire ora. A meno che non succeda qualcosa di imprevisto, ma voglio giocare entrambi. Il resto del calendario è incerto.

 

D: Hai sempre scavato dentro di te per trovare forza nei momenti difficili, anche stasera. Ma nel terzo set ti è sembrato, in un certo senso, di aver esaurito le energie? Di non riuscire più ad attingere da quel “pozzo”?

 

DJOKOVIC: Come ho detto, Jannik è uno che gioca sempre ad altissimo ritmo. È molto fisico, atletico, colpisce benissimo la palla. È sempre in equilibrio, gioca il miglior tennis della sua carriera. Ovunque lo affronti, su qualsiasi superficie, sai che dovrai reggere una velocità altissima dall’inizio alla fine. Non è un problema in sé, anzi ti costringe ad essere concentrato fin dal primo punto. Nel primo set è stato migliore, ma il punteggio è stato comunque vicino. Nel secondo ho avuto delle palle break. C’è stato il break e il contro-break. Lui ha servito per il set, sono rientrato, ho avuto 40-15, ma ho perso. Ha meritato di vincere anche quel set. Nel terzo ho giocato il mio miglior tennis. Penso di esserci andato vicino. Ma nei momenti importanti ha sempre trovato la giocata giusta. È stata una sconfitta in tre set, ma credo di averlo messo alla prova fino alla fine. Non volevo mollare, non in una semifinale Slam. Ho fatto quello che potevo. Questo è lo sport. Devi solo stringere la mano al migliore e andare avanti.

D: Grande partita, grande atmosfera, grande Djokovic. Qualcuno potrebbe dire che hai giocato meglio di quanto fatto contro Zverev. Sei d’accordo? E anni fa dicesti che Sinner ti ricordava te stesso: è ancora così?

 

DJOKOVIC: Che mi ricordava?

 

D: Che giocava un po’ come te, qualche anno fa.

 

DJOKOVIC: Non so. Forse sì, forse no. Siamo tutti diversi. Quando ero al mio meglio anch’io giocavo a ritmo altissimo. Ma lui è un giocatore diverso, non voglio fare paragoni. Ha un suo stile. Ho giocato meglio? Direi di no, perché ho perso. Se avessi vinto, magari sì. Ma è un matchup diverso. Contro Zverev avevo più tempo da fondo per impostare il gioco, per provare più soluzioni. Contro Jannik no. Nessun tempo. Devi essere sempre al massimo. Ho giocato comunque a un buon livello, e a tratti molto bene. Ma anche lui. È stato semplicemente superiore.

 

D: Scusa se torno sul tema, ma ci spieghi cosa aveva la tua gamba? Sembrava che già prima del match la stessi allungando spesso.

 

DJOKOVIC: Mi ha dato un po’ fastidio durante il torneo, nei match lunghi. È un problema muscolare che doveva essere controllato e trattato. Ma più vai avanti nei tornei, più i match si allungano e più il problema può peggiorare. Non mi ha dato troppo fastidio, comunque. Non credo abbia limitato il mio gioco. Ho potuto muovermi quasi al 100%. Quindi è ok, non ci darei troppo peso onestamente.

 

D: Carlos contro Jannik in finale. Pensi che un giorno la loro rivalità possa essere paragonata a quella tra te, Federer e Nadal?

 

DJOKOVIC: Per ora è difficile dirlo. Devono affrontarsi per almeno dieci anni di fila per entrare in quella discussione (ride). Ma sono entrambi fantastici per il tennis. La loro rivalità è qualcosa di cui il nostro sport ha bisogno. Per come giocano e affrontano la vita da tennisti, credo che avranno carriere molto brillanti nei prossimi anni. Sono sicuro che li vedremo spesso sollevare i grandi trofei. (7125)

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