(Foto P.Boren)
Parigi – La storia si scrive passo dopo passo, punto dopo punto. E oggi Jannik Sinner ne ha fatto uno gigantesco. Il n. 2 del mondo ha conquistato la sua prima finale al Roland Garros battendo Novak Djokovic in tre set tiratissimi (6-4, 7-5, 7-6), al termine di un match che ha messo in risalto tutta la maturità acquisita in questi ultimi mesi. Questa è la sua terza finale Slam consecutiva, un grande traguardo ed in conferenza stampa, il campione altoatesino ha raccontato con lucidità l’intensità della sfida:
“È stata una sfida molto dura. Il match è stato complicato per entrambi. Ho cercato di restare concentrato mentalmente, giocando ogni punto con la giusta intensità. Sono molto, molto felice. Come ho detto in campo, è incredibile vedere Novak ancora a questo livello e in questa forma fisica. È stata davvero una partita durissima, ma sono contentissimo di essere in finale qui.”
Una rivalità che cresce
I riflettori ora si spostano sulla sfida con Carlos Alcaraz, avversario in quella che potrebbe diventare una delle rivalità più iconiche del tennis moderno. I due si affronteranno per la dodicesima volta, con lo spagnolo in vantaggio 7/4 ma sarà la prima in una finale Slam.
“Ci vuole tempo per fare un paragone con i grandi tre o quattro. Solo il tempo potrà dirlo. Da parte mia, Carlos mi spinge a migliorare, mi porta al limite. Cerchiamo sempre di capire dove possiamo crescere per i prossimi incontri. Il tennis e tutti gli sport hanno bisogno di rivalità, questa potrebbe esserlo, ma ci sono tanti giocatori emergenti. Non si può mai sapere chi resterà e chi no. Quindi non posso rispondere con certezza, ma per ora non penso che la nostra rivalità possa essere paragonata ai grandi tre..”
Vittoria in tre set, ma che battaglia
Il punteggio può ingannare: la vittoria in tre set, 3 ore e 16 minuti non è stata per nulla semplice. Sinner lo sa bene.
“ In quel momento non sai mai cosa succede. Se avessi perso il terzo set, il match sarebbe cambiato completamente. L’aspetto mentale può darti molta forza oppure farti crollare. Sono contento di aver chiuso in tre, perché nel tie-break stavo spingendo tanto. Ma tutto può cambiare velocemente, lui prende energia anche da piccoli dettagli. Se molli un attimo, rischi di perdere il set, poi magari il quinto, e lì lui ha tanta esperienza..”
La pressione di giocare contro Novak
Parlare di Djokovic vuol dire parlare di pressione.
“Certo che è stressante. Giocare contro Novak o i migliori al mondo non ti lascia mai un attimo di respiro. Ti costringe a dare sempre il massimo perché può cambiare ritmo all’improvviso e ribaltare il punto. È fondamentale mantenere la calma, prendere i momenti giusti. Oggi credo di esserci riuscito mentalmente. Ma è sempre stressante, sicuramente.” dice con un sorriso.
Imprevedibilità e crescita costante
Lavorare sull’imprevedibilità è stato uno dei punti chiave della crescita di Sinner, influenzata sia da Djokovic che da Alcaraz.
“Novak mi ha insegnato a essere più imprevedibile. Se giochi sempre allo stesso modo, ti leggono e ti mettono in difficoltà, soprattutto in partite al meglio dei cinque set. Ho migliorato molto rispetto allo scorso anno sulla terra, e questo è l’aspetto più importante per me. Il processo che sto seguendo è quello giusto, e spero fra un anno di poter dire la stessa cosa. Se lavori duro, i risultati arrivano”.
Con Alcaraz è “divertente”, ma anche difficile
Jannik sorride quando gli chiedono se si diverte a giocare contro Alcaraz:
“È divertente e non divertente (sorride). È una sfida sia mentale che fisica, ma è speciale poter giocare questi grandi match, come questa finale Slam contro di lui. Lui ha vinto qui l’anno scorso, quindi sarà una sfida bellissima. La tensione è diversa perché siamo entrambi giovani, diversi ma talentuosi. Vedremo cosa succederà.”
Una finale anche tattica
Sinner non ha dubbi: la finale sarà anche una questione tattica.
“In tutte le grandi rivalità la tattica conta. Non vai in campo solo a colpire la palla. Devi capire cosa funziona, e se non va, cambiare. Oggi Novak ha cambiato tanto, e io dovevo essere pronto ad adattarmi. Serve concentrazione assoluta.”
Djokovic, un addio a sorpresa?
Poco prima, Djokovic aveva lasciato intendere che quella contro Sinner potrebbe essere stata la sua ultima partita al Roland Garros:
“Non lo sapevo,” ha risposto Jannik. “Spero di no, perché il tennis ha bisogno di lui. È un esempio per tutti, preciso, professionale. Vederlo allenarsi è un’ispirazione. Se davvero è stata la sua ultima, sono felice di averne fatto parte. Ma ha detto ‘forse’, quindi chissà.”
Un maestro anche fuori dal campo
Il rapporto tra Sinner e Djokovic non nasce solo dalla competizione:
“ Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui da giovane, a Monaco. Ogni volta che avevo domande lui rispondeva con sincerità. La gente non vede il vero Novak: è una persona gentile e disponibile. Ho imparato molto, anche se il nostro stile è diverso. Guardavo molto i suoi video e condividere il campo con lui è stato importante. È fondamentale per me come giocatore e come persona. Apprezzo molto le sue parole, perché significa che sto migliorando, che per me è la cosa più importante.”
Ora lo attende la sfida più grande: la finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz. Due giovani, due visioni del tennis moderno, uno Slam in palio. Il futuro del tennis è già qui. (7123)