(Foto P.Boren)
Roland-Garros omaggia Rafael Nadal: l’impronta dell’eternità sulla terra rossa
Parigi, 25 maggio 2025 – Un’ovazione lunga 45 minuti, un pubblico in lacrime, e il cuore del tennis mondiale che batte forte sul Philippe-Chatrier. Così Roland-Garros ha reso omaggio a Rafael Nadal, il suo Re incontrastato, quattordici volte campione del torneo e leggenda vivente del tennis mondiale. Un tributo carico di emozione, celebrato davanti a 15.000 spettatori e in presenza dei suoi tre più grandi rivali di sempre: Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray.
L’atmosfera era vibrante già prima dell’inizio della cerimonia, con il pubblico che cantava “Rafa, Rafa” e ondeggiava al ritmo di Stayin’ Alive dei Bee Gees. Molti indossavano le magliette distribuite all’ingresso, color ocra o bianco, per onorare l’uomo che ha scolpito la sua leggenda su questa terra. E quando Nadal è entrato in campo, alle 18:11, in completo nero e con un sorriso commosso, l’intero stadio si è alzato in piedi per una standing ovation di due minuti.
Marc Maury ha scandito le date dei suoi 14 trionfi come se stesse presentando un gladiatore dell’antica Roma. Poi il momento simbolico: la sua impronta del piede, impressa per sempre sulla terra del centrale, a bordo campo. Un gesto che suggella il legame indissolubile tra Nadal e il Roland-Garros.
Nadal ha parlato al pubblico in tre lingue – francese, inglese e spagnolo – visibilmente emozionato. «Non so da dove iniziare… dopo vent’anni passati su questi campi, dopo aver vissuto gioie, sconfitte, emozioni immense… grazie», ha detto in francese, rivolgendosi al pubblico parigino che non ha mai smesso di amarlo.
Con parole piene di gratitudine ha ringraziato la Fédération Française de Tennis, la direttrice del torneo Amélie Mauresmo, e ha dedicato messaggi personali ai suoi affetti più cari: ai genitori, alle nonne di 94 e 92 anni presenti in tribuna, alla moglie Maria Francisca Perello – «la mia compagna di vita, la forza che ci guida ogni giorno» – e soprattutto allo zio Toni, l’artefice del suo successo: «Se sono qui oggi, lo devo a te.»
«Grazie Parigi, grazie Francia. Mi avete fatto sentire come un francese in più», ha concluso tra gli applausi.
Il Big Four riunito per l’ultima volta
Alle 18:40, l’emozione ha toccato l’apice con l’ingresso sul campo di Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray. Il cosiddetto Big Four si è ritrovato, non più come rivali, ma come fratelli d’armi. Nadal ha abbracciato ciascuno di loro, e con parole sentite ha riconosciuto il loro ruolo nella sua carriera:
«Mi avete spinto ogni giorno al limite. Abbiamo costruito rivalità straordinarie e, allo stesso tempo, abbiamo dimostrato al mondo che si può combattere con rispetto e amicizia.»
Uno scambio di sorrisi, ricordi e lacrime. Il padre di Nadal, Sebastián, con il nipotino in braccio, non ha trattenuto la commozione quando è stata svelata la targa commemorativa con l’impronta di Rafael Nadal. Un gesto che suggella un’eredità senza tempo.
L’addio del Re
Ritiratosi ufficialmente nel novembre 2024, Nadal è tornato a Parigi per un ultimo saluto da campione. La sua partecipazione a questo Roland-Garros, seppur con una wild card e contro un avversario insidioso come Zverev, rappresenta molto più di un semplice match. È la chiusura di un cerchio. È la celebrazione di un’epopea sportiva irripetibile.
Nadal resterà per sempre l’anima di Roland-Garros. Non solo per i suoi trofei, ma per l’impronta – concreta e simbolica – che ha lasciato su ogni granello di terra rossa di Parigi.
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