Rolex Paris Masters: Sinner abbandona, De Minaur ai quarti, accuse alla programmazione

(Foto P.Boren)

Parigi – Impossibilitato a recuperare dopo il match vinto contro McDonald e terminato alle 2.37 del mattino, Jannik Sinner si ritira dal Rolex Paris Masters lasciando via libera a Alex De Minaur.

Dopo la sfida tra Jannik Sinner e Mackenzie McDonald, iniziata oltre la mezzanotte anziché alle 20:30 e chiusa alle 2:37 di notte, il programma lo avrebbe dovuto rivedere in campo non prima delle 17 contro Alex de Minaur. Un atteggiamento del torneo pericoloso per la salute fisica e mentale degli atleti e monta la polemica da più parti per un programma troppo fitto. L’organizzazione di Parigi Bercy sta mettendo alla frusta i giocatori e quello che è accaduto la notte scorsa (perché era davvero notte) ha dell’incredibile, tanto da suscitare lo sdegno di molti, perché effettivamente questa non è la maniera più ortodossa di procedere e le polemiche montate qua e là hanno una ragione di fondo: dopo quello che è accaduto, infatti, Jannik Sinner si è ritirato dal torneo. Ma andiamo con ordine.

PROGRAMMA TROPPO FITTO, SINNER CHIUDE ALLE 2:37 DI NOTTE

Tutto nasce dalla forzatura imposta dall’organizzazione del torneo: sul campo centrale in questi giorni sono previste, incastrate tra sessione diurna e serale, ben sei partite, con inizio del programma alle 11:00. La stima ottimistica era quella di far giocare Jannik Sinner e Mackenzie McDonald “non prima delle 20:30” da comunicazione ufficiale. Niente di più lontano dalla realtà. La giornata è partita subito storta con le due ore e 54 minuti di sfida tra Dimitrov e Medvedev, Tsitisipas ci ha messo quasi due ore a battere Auger-Aliassime, l’unico rapido è stato Djokovic che ci ha messo meno di un’ora e mezza per liquidare Etcheverry. La vera tragedia di programmazione, però, si è consumata con Zverev-Humbert, che è durata ben tre ore e mezza, dando la mazzata finale alla pianificazione. Finita questa sfida, ci doveva essere il cambio di pubblico e quindi è passata un’altra mezz’ora per far defluire gli spettatori che avevano pagato per la sessione diurna e far entrare gli spazientiti paganti della sessione serale.

 

A questo punto era la volta di Rune e Thiem, durata un’ora e mezza, ma nel frattempo era già molto tardi: la mezzanotte era scoccata quando Sinner e McDonald sono entrati in campo, un orario folle che ha visto il palazzetto svuotarsi e due giocatori visibilmente provati dal numero di ore passate svegli e vigili cercando la concentrazione. La partita è durata tre set ed è finita alle 2:37 di notte, dopo due ore e 16 minuti di gioco.

 

LA PUNTUALIZZAZIONE PACATA DI SINNER, LE REAZIONI DEGLI ALTRI

 

Jannik Sinner per primo, nell’intervista post partita sottolinea quanto sia stata complicata la giornata.

NON È STATO IDEALE PER ME GIOCARE COSÌ TARDI, MA RINGRAZIO IL PUBBLICO, ANCHE QUELLI DA CASA CHE SONO RIMASTI SVEGLI. VEDIAMO COME MI SENTO DOMANI.

Insomma, Jannik stesso non sapeva se avrebbe giocato, anche perché il suo ottavo di finale contro Alex de Minaur non era nella sessione serale, ma l’ultimo della sessione diurna, ossia da programma “non prima delle 17”.

Si ritorna, però, al punto di partenza: anche nella giornata di giovedì ci sono sei match in programma sul centrale. Questo porta alla piccola frecciata di Darren Cahill, allenatore di Sinner, che questa notte ha postato una storia sul proprio profilo Instagram di tutto lo staff dell’altoatesino sorridente, ma condita dal commento:

2:45 DI NOTTE. FELICE PER LA VITTORIA DI JANNIK SINNER, MA ZERO ATTENZIONE PER LA SALUTE DEI GIOCATORI SECONDO LA PROGRAMMAZIONE DI PARIGI.

 

Chi sbotta, però, è Casper Ruud, che ripostando un tweet della programmazione del giovedì redarguisce aspramente l’organizzazione:

BRAVA ATP. APPLAUSI PER IL MODO DI SUPPORTARE UNO DEI MIGLIORI GIOCATORI DEL MONDO, QUANDO HA TERMINATO IL PROPRIO INCONTRO ALLE 02.37 DEL MATTINO E HA 14,5 ORE PER RECUPERARE. CHE COS’ È, UNO SCHERZO?

 

Alla fine, dunque, è accaduto l’inevitabile. Nel primo pomeriggio del giovedì, infatti, è arrivata la notizia: Sinner è stato costretto al forfait.

SALUTE FISICA E MENTALE, I DUE NODI CRUCIALI CHE BERCY STA IGNORANDO

E qui veniamo alla vera questione grave che c’è dietro tutto questo e che, indipendentemente dalla sottolineatura di Ruud a proposito di “uno dei migliori giocatori del mondo”, sarebbe stata grave anche se fosse stato McDonald a passare il turno: non è accettabile che i giocatori debbano scendere in campo oltre un certo orario. Certo, sono professionisti e sono pagati per farlo, ma qui non si tratta di lavori meccanici o di gente che ha regolarmente turni notturni e ha la vita pianificata in tal senso. Stiamo parlando di due persone che avevano organizzato la propria giornata per giocare attorno alle 20:30 (certo, con un po’ di tolleranza) e si sono ritrovate ad andare in campo quando invece sarebbero già dovute essere in albergo a dormire.

Per chi pensa che una partita di tennis sia “solo” una partita di tennis, soffermiamoci ad analizzare che cosa vuol dire davvero organizzare una giornata in base a un incontro: viene stabilito l’orario della sveglia; c’è un allenamento leggero di mezzo; bisogna organizzare un tempo di riposo per permettere al fisico di ricaricarsi; bisogna organizzare i pasti in modo da avere la giusta energia per giocare, ma lo stomaco libero per non appesantirsi. In tutto questo, c’è anche un tempo per trovare la calma e la giusta concentrazione per il match. Con un incontro attorno alle 20:30, quindi, di sicuro non ci si alza tardi e sia Sinner, sia McDonald, erano svegli da molte ore e sono entrati in campo stanchi. L’attesa poi li ha provati dal punto di vista psicologico e innervositi: sono entrati in campo quasi quattro ore dopo il previsto. In più non sappiamo come si siano regolati per alimentarsi, ma di sicuro avranno dovuto stravolgere il loro programma iniziale.

Detto questo, dopo due ore e passa di partita ci sono anche l’intervista in campo, l’antidoping e la conferenza stampa. Tutto questo conditi da un aspetto fisiologico fondamentale che molti non conoscono: fare attività fisica la sera fa aumentare i picchi di cortisolo nel sangue e il cortisolo è un ormone che altera l’equilibrio del sonno. Tendenzialmente chi fa sport la sera, anche se stanchissimo, rischia proprio per la fisiologia umana di non addormentarsi subito. Con una partita programmata circa 15 ore dopo la precedente e con tutte queste implicazioni, quanto sarebbe potuto essere pronto fisicamente, riposato e sereno Jannik Sinner nell’affrontare Alex de Minaur?

Ovviamente, se non puoi giocare perché non hai recuperato o se perdi perché sei troppo stanco e la colpa non è la tua, i risvolti mentali sono molteplici e alla luce di tutto ciò fa veramente dispiacere vedere come in un periodo in cui la persona dovrebbe essere al centro dell’attenzione, e non il guadagno, non ci sia la minima cura nei confronti di chi deve andare in campo. Perché lo ribadiamo, è vero che sono dei professionisti, ma sono anche degli esseri umani, con tutti i limiti che la nostra macchina bellissima, ma imperfetta, impone.

ANCHE IL PUBBLICO DOVREBBE PROTESTARE

Infine, sebbene il discorso sia meno centrale, bisognerebbe spendere una parola anche per il pubblico, evidentemente maltrattato mercoledì. Per vedere le partite di mercoledì 1 novembre, era possibile acquistare il biglietto diurno, il giornaliero completo o solo il serale. I prezzi del serale andavano dai 99€ ai 19€, a seconda ovviamente della categoria di posti. Proviamo a immedesimarci: in possesso del biglietto e sapendo che la sessione serale inizia non prima dele 19:30 (quindi l’orario di “convocazione” è quello), bisogna muoversi per tempo per raggiungere il palazzetto, magari organizzarsi per mangiare prima qualcosa a casa se si vuole risparmiare, oppure cenare al torneo e mettere in conto un’ulteriore spesa. Poi, arrivati lì, le partite del diurno non finiscono mai e bisogna aspettare letteralmente ore per entrare. Una volta entrati, è già tardissimo e magari c’è il pensiero che il giorno dopo si lavora. E così si deve abbandonare la nave prima che la serata finisca. Di fatto è quello che è accaduto con Sinner e McDonald: il palazzetto era semivuoto perché era davvero tardi e molti hanno rinunciato. Ma è giusto nei confronti di chi ha pagato un biglietto costringerlo a stare ad aspettare tanto tempo e poi dover andare via per necessità senza riuscire a vedere ciò per cui ha pagato? Probabilmente anche il pubblico dovrebbe protestare, è una mancanza di rispetto anche nei confronti di chi paga e contribuisce all’esistenza stessa del torneo. (2195)

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