Roland Garros : Jacopo Vasami “Dal Nomentano all’Accademia di Nadal. Ora penso solo al tennis”

(Foto P.Boren)

Parigi –  Dopo una solida vittoria, arrivata non senza difficoltà iniziali, il giovane talento azzurro si racconta tra passato, presente e sogni futuri, passando per la formazione tra Italia e Spagna, il rapporto con la scuola e l’obiettivo di un giorno diventare protagonista tra i professionisti.

Una partita che all’inizio non è stata semplice…

«Sì, assolutamente. È stata una prestazione tosta, sono contento di come ho gestito il primo set. Lui stava giocando molto bene, io però sono stato bravo a rimanere lì, ad aspettare un suo piccolo calo, che è arrivato. In quel momento io sono salito tanto, ho alzato il livello ed è lì che ho fatto la differenza.»

Il tuo percorso tennistico è partito dal Nomentano…

«Esatto, sono cresciuto lì con Fabrizio Zeppieri. Sono entrato a 12 anni e ci sono rimasto per cinque anni. Poi c’è stata la tappa alla Rafa Nadal Academy e ora, da più di un anno, sono tornato in Italia.»

 

Com’è stata l’esperienza all’Academy di Nadal? Hai qualche aneddoto su Rafa?

«Aneddoti veri e propri no, ma posso dire che Rafa è una grandissima persona. Da fuori lo si vede come un enorme professionista – e lo è – ma in realtà è anche molto simpatico, giocoso, alla mano. Io sono stato due anni fuori casa, poi la mia famiglia mi ha raggiunto. È stata un’esperienza importante.»

Conciliare studio e tennis non è semplice, specialmente ad alti livelli.

«Vero. Mia madre ci teneva molto, e anche io volevo completare un ciclo di studi. Ho frequentato il liceo americano in presenza. Fino a un anno fa le mie giornate erano divise esattamente a metà: mezza giornata a scuola, l’altra sul campo. Adesso invece posso concentrarmi totalmente sul tennis, e ne sono molto contento.»

L’università, però, sembra complicata da conciliare con una carriera professionistica…

«Sì, è decisamente difficile, soprattutto se si vuole competere ad alti livelli nel circuito ATP.»

 

Roland Garros: che effetto ti fa giocare in uno Slam come Parigi?

«È uno Slam meraviglioso. Rappresenta uno degli obiettivi principali per ogni giovane tennista, e sono contento di essere ancora in corsa.»

Il passaggio da junior a professionista è tra i momenti più delicati. Tartarini lo ha definito uno dei più complicati in assoluto.

«Sono d’accordo. Io ho iniziato il mio percorso nel mondo Pro giocando qualche torneo ITF e Challenger. Sto alternando l’attività tra circuito Junior e Pro proprio per prepararmi al meglio. Voglio arrivare pronto, al 100%.»

In tanti ricordano Filip Peliwo, campione junior a Wimbledon nel 2012, poi scomparso dai radar.

«Non lo conosco, ma è proprio per questo che sto cercando di fare le cose con attenzione: alterno tornei junior e pro per non bruciare le tappe e farmi trovare preparato al salto definitivo.»

Fuori dal campo: che musica ascolti?

«Reggaeton 24 ore al giorno. È la mia droga, sono malato di musica!» (7099)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Facebook Auto Publish Powered By : XYZScripts.com