Roland Garros : Musetti doma Rune e centra i quarti: classe, concretezza e maturità

(Foto P.Boren)

Parigi –  Lorenzo Musetti c’è. E questa volta non solo con la bellezza del suo tennis, ma anche con il carattere e la lucidità dei giorni importanti. Sul Philippe Chatrier, in una serata che profuma di consacrazione, l’azzurro supera Holger Rune con il punteggio di 7-5, 3-6, 6-3, 6-2 e conquista per la prima volta in carriera i quarti di finale al Roland Garros. Una vittoria che vale tanto, contro un avversario solido, ostico e già rodato ai palcoscenici che contano, e che conferma il grande percorso di crescita del carrarese in questa prima metà di 2025.

La sfida con Rune, testa di serie numero 13, era attesa e tutt’altro che scontata. I precedenti (2-1 per il danese) raccontavano di una rivalità equilibrata, ma anche della capacità del nordico di alzare il livello nei momenti che contano. E invece è stato Musetti a prendersi la scena, con una prestazione matura, ordinata, per certi versi chirurgica, soprattutto nei momenti delicati del match. La sua versione 2025 appare finalmente più completa: il rovescio incanta ancora, ma ora è supportato da una prima di servizio più incisiva, da un dritto più penetrante e, soprattutto, da una gestione mentale che fino a un anno fa sembrava un suo tallone d’Achille.

Dopo un primo set molto lottato, risolto nel dodicesimo gioco grazie a un paio di risposte profonde che hanno mandato fuori giri Rune, Musetti ha subito un leggero calo nel secondo parziale, perdendo campo e profondità. Ma è stato bravo a non disunirsi: nel terzo è tornato a dettare i tempi con variazioni e traiettorie sempre più scomode per il danese, che ha cominciato a innervosirsi. Il quarto set è stato un monologo: break immediato, gestione solida e la sensazione che Rune non avesse più armi per ribaltare l’inerzia.

on questa vittoria, Musetti diventa il quarto italiano a raggiungere i quarti a Parigi nell’era Open dopo Panatta, Cecchinato e Sinner. Un risultato frutto di un percorso lineare ma tutt’altro che banale: nei primi turni ha battuto Yannick Hanfmann, poi lo spagnolo Daniel Elahi Galán e infine Mariano Navone, rivelazione del torneo, lasciando per strada un solo set. Un cammino costruito sulla continuità, sull’ottima gestione dei momenti chiave e su una brillante condizione fisica, che lo ha reso particolarmente solido anche nei lunghi scambi da fondo.

 

“È una sensazione bellissima – ha raccontato Musetti nella conferenza post-partita –. Venire qui sul Chatrier e riuscire a imporre il mio tennis è qualcosa che sognavo da tempo. Ho lavorato molto per arrivare a questo livello, e oggi ho dimostrato a me stesso che posso competere con i migliori anche nei tornei dello Slam. Rune è un avversario tosto, ma ho giocato con lucidità e intensità nei momenti più importanti.”

 

Nel complesso, il match ha messo in evidenza un Musetti solido in ogni zona del campo: ottima la percentuale di prime in campo, efficace il dritto lungolinea per aprire il campo, preciso il rovescio – come sempre – ma più funzionale che estetico. E soprattutto, il dato forse più rilevante: solo 17 errori gratuiti in quattro set. Un Musetti più maturo, meno innamorato del “bel gesto”, e finalmente centrato su un tennis da alto livello.

 

Adesso lo attende una sfida affascinante nei quarti contro Frances Tiafoe, che ha eliminato a sorpresa Casper Ruud. Sarà una battaglia di stili, tra l’estro fluido dell’italiano e l’esplosività dell’americano. Ma Musetti ci arriva con lo sguardo e il tennis di chi sa di potersela giocare.

 

A Parigi, l’Italia sogna. E con un Musetti così, il sogno ha il profumo concreto della realtà.

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