(Foto P.Boren)
Da Parigi, sabato 7 giugno 2025 – Non usa mezzi termini Aryna Sabalenka per descrivere il suo stato d’animo dopo la sconfitta nella finale del Roland Garros contro Coco Gauff. Un match cominciato con autorità, ma sfuggito di mano col passare dei minuti, fino a trasformarsi in quello che lei stessa definisce “il peggior tennis giocato da mesi”.
“Le condizioni erano terribili, e lei è stata semplicemente più brava ad adattarsi”, ha ammesso la bielorussa, visibilmente delusa. “Credo sia stata la peggior finale che io abbia mai giocato.”
Sabalenka era partita forte, salendo 4-1 nel primo set, poi vinto al tie-break. Ma da lì in poi qualcosa si è rotto: “Penso di essere diventata troppo emotiva, non mi sono gestita bene mentalmente. Lei non ha fatto cose straordinarie, ma io ho commesso troppi errori gratuiti. Probabilmente la partita l’ho persa io.”
Il vento, la superficie, la tensione, la giornata storta: tutto sembrava remarle contro. “A un certo punto mi sembrava di giocare contro Dio. Colpiva la palla col telaio e atterrava dentro. Mi sono sentita presa in giro dal destino. Non è stata una giornata normale, sembrava uno scherzo.”
La finale persa ha un sapore ancora più amaro se si guarda al percorso netto che l’aveva portata fino all’ultimo atto, con vittorie pesanti contro atlete del calibro di Iga Swiatek e Belinda Bencic. “Fa male uscire così, proprio alla fine, dopo una settimana in cui avevo espresso un tennis davvero solido. Se Iga avesse vinto contro di me, oggi avrebbe vinto lei.”
Quando le si chiede se rivedrà la partita, Aryna risponde ironicamente ma con una punta di verità: “Ho già prenotato il volo per Mykonos. Ho bisogno di alcol, zucchero, un po’ di tequila e qualche orsetto gommoso per dimenticare tutto. Qualche giorno da turista mi farà bene.”
C’è un filo rosso che unisce questa sconfitta a quella dell’Australian Open, e Sabalenka ne è consapevole: “Lì Keys ha tirato colpi pazzi che sono entrati. Oggi invece Coco ha semplicemente rimandato una palla in più dall’altra parte. In entrambi i casi, però, il problema è stato mio. Devo imparare a non ripetere gli stessi errori.”
E se negli ultimi anni aveva lavorato tanto sulla gestione emotiva, oggi è sembrata fare un passo indietro. “È come se fossi tornata alle vecchie abitudini. È difficile essere indulgenti con se stessi quando giochi così male in una finale Slam. Non è accettabile. Se fosse stato un ottavo di finale, ok. Ma in una finale no. Questo non può più succedere.”
Nonostante tutto, la voglia di ripartire non manca. E con Wimbledon dietro l’angolo, la n°2 del mondo avrà presto l’occasione per riscattarsi. Ma prima, un po’ di tequila.
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