A.Mastroluca per supertennis.tv
Risultato : J. Brady (USA) b. K.Muchova (CZE) 64 36 64
Melbourne – Nella semifinale meno prevedibile,
la statunitense Jennifer Brady, n.24 del ranking e 22 del seeding, si è imposta per 64 36 64, in un’ora e 55 minuti di partita, sulla ceca
Karolina Muchova, n.27 WTA e 25esima testa di serie, raggiungendo la sua prima finale Slam.
Tra le due, mai così avanti in carriera a Melbourne, c’era un solo precedente, favorevole alla tennista ceca che si era imposta al tie-break del set decisivo negli ottavi del WTA di Praga nel 2019 (terra rossa). Jennifer, 25enne di Harrisburg, in Pennsylvania, alla sua seconda semifinale Slam – dopo quella agli Us Open dello scorso settembre (fermata da Osaka, poi vincitrice del titolo) – è partita benissimo: 2-0 grazie al break al secondo gioco e doppia chance del 3-0, sprecata con un errore di rovescio ed uno di diritto, prima di concedere il contro-break con un doppio fallo.
Karolina, per la prima volta al penultimo atto di un Major, ha ringraziato e con un parziale di otto punti di fila ha rimesso tutto in discussione (2-2). Le due hanno difeso con una certa tranquillità i rispettivi turni di battuta fino al decimo gioco, quando Muchova è tornata a concedere una palla-break e con un doppio fallo ha consegnato il primo set a Brady (6-4).
Bella reazione della ceca che, con un parziale di otto punti a uno, ha iniziato nel migliore dei modi la seconda frazione (2-0). Karolina ha servito con maggiore incisività, ha sfruttato la sua maggiore varietà di colpi ed ha controllato un’avversaria diventata un po’ troppo fallosa. Nel nono game, dal 40-15, Brady ha perso quattro punti di fila ed ha restituito il “favore” consegnando il secondo set a Muchova, anche lei con un doppio fallo (6-3). Karolina è partita tenendo con autorità la battuta anche in avvio di frazione decisiva ma nel terzo game, con un doppio fallo e ben tre errori di diritto, ha concesso il break. Brady ne ha approfittato per allungare sul 3-1. La statunitense ha controllato bene fino ad un decimo gioco da psicodramma dove ha rischiato di rovinare tutto: preda dell’ansia, mollata improvvisamente sul più bello dal diritto e soprattutto dalla prima di servizio, ha fallito quattro match-point (uno di un soffio troppo lungo), ha annullato tre palle-break con grossa collaborazione del rovescio di Muchova, prima di riuscire a chiudere alla quinta opportunità su un diritto lungo della ceca (6-4).
“Le mie gambe continuano a tremare ed il mio cuore sta battendo fortissimo – le parole a caldo di Jennifer -. Sono felicissima di aver giocato di nuovo davanti al pubblico. La prossima sfida contro Osaka sarà durissima, lei è una che ha già vinto tanti Slam. So che sarò tesa ed anche molto emozionata ma va bene così”.
In ogni caso Jennifer è già sicura di ritoccare e di parecchio il best ranking: da n.24 è già virtualmente n.13 (sarà 12esima in caso di conquista del trofeo).
Brady sarà la settima giocatrice a debuttare in una finale Slam negli ultimi nove Major che si sono disputati: prima di lei ci sono riuscite Osaka (Us Open 2018, quando vinse il titolo), Barty (Roland Garros 2019, quando vinse il titolo), Vondrousova (Roland Garros 2019), Andreescu (US Open 2019, con conquista del trofeo), Kenin (Australian Open 220, con conquista del trofeo) 2 Swiatek (Roland Garros 2020, con conquista del trofeo). Nel bilancio dei precedenti Osaka è in vantaggio per 2-1 con Brady e si è aggiudicata proprio le ultime due sfide, al primo turno di Charleston nel 2018 ed in semifinale agli Us Open dello scorso anno (in tre set lottati. L’unico successo della 25enne di Harrisburg è datato 2014, al primo turno dell’ITF di New Braunfels. (672)