Australian Open : Serena batte Halep, Osaka ferma Hsieh

T.Tricarico per supertennis.tv
Melbourne – Serena Williams liquida in due set Simona Halep nel match più atteso dei quarti. Nella notte italiana Noami Osaka, la campionessa del 2019 lascia solo quattro giochi alla Hsieh, mai così avanti in uno Slam
Quando il gioco si fa duro, i duri (in questo caso le dure) iniziano a giocare. Si comincia davvero a fare sul serio agli Australian Open, primo Slam del 2021 in corso sul cemento di Melbourne Park: già promosse in semifinale Williams, che nella sfida più attesa, ha battuto Halep, ed Osaka, che ha fermato Hisieh.
Mercoledì toccherà ai quarti della parte alta del tabellone con la sfida tra la beniamina di casa Barty, numero uno del tennis mondiale, e la ceca Muchova (primi quarti Major ed il derby a stelle e strisce che non ti aspetti tra Brady e Pegula, entrambe per la prima volta in carriera tra le prime otto in uno Slam.
E’ una delle “classiche” del tour femminile, ed una sfida tra regine (entrambe sono state in vetta al ranking) quella che ha promosso Serena Williams alla sua 40esima semifinale in un Major. La 39enne statunitense, n.11 WTA e decima testa di serie, si è imposta 63 63, in un’ora e 21 minuti di gioco, sulla rumena Simona Halep, n.2 del ranking e del seeding.
Si erano affrontate già 11 volte (più un’altra, in semifinale ad Indian Wells nel 2015 quando la statunitense diede forfait) con la 29enne rumena di Costanza che è riuscita ad imporsi solo in due occasioni, tra cui l’ultima sfida, particolarmente dolorosa per Serena, la finale di Wimbledon del 2019 quando Simona le lasciò appena 4 giochi. Halep aveva rischiato grosso contro l’australiana di origini croate Tomljanovic al secondo turno (sotto 5-2 nel set decisivo) e contro la regina di Parigi, la polacca Swiatek negli ottavi.
Serena aveva perso un set soltanto contro Sabalenka nel turno precedente ma la bielorussa è una che ha vinto 18 delle ultime 20 partite disputate (9 a 2 il bilancio di Aryna nel 2021).
Le due si conoscono oramai a memoria a memoria. Williams è partita subito decisa (2-0) ma non è riuscita a confermare il break (2-2) per qualche errore di troppo e per una certa difficoltà negli spostamenti.
Nel sesto gioco Halep ha annullato una prima palla-break grazie all’uno-due servizio-diritto ma non la seconda. Stavolta Serena ha difeso il vantaggio allungando sul 5-2 e poi assicurandosi il primo set per 6-3.
Complicato turno di servizio tenuto da Simona in avvio di seconda frazione: poi però nel secondo gioco la 29enne di Costanza a messo assegno il break a 15, complice una Serena un po’ troppo ferma sulle gambe (2-0). La Williams lo ha recuperato subito (2-1) ma altrettanto rapidamente lo ha perso di nuovo (3-1): poi Serena ha cambiato marcia, anche per abbreviare gli scambi, ha iniziato ad essere super aggressiva anche nella risposta alla prima di servizio ed ha infilato un parziale di cinque giochi consecutivi (6-3), strappando per tre volte di fila il servizio alla Halep (il secondo break alla sesta palla utile) e chiudendo il discorso al secondo match-point con un diritto vincente.
Per la Williams 4 ace contro un solo doppio fallo, il 57% di prime in campo con il 77% dei punti vinti ed il 38% di punti conquistati con la seconda. Non troppo efficace, però, sulle palle-break: ne ha convertite 6 su 13 mentre la sua avversaria ne ha trasformate 3 su 4. Per entrambe più gratuiti che vincenti: 33 errori contro 24 vincenti per Williams, 9 contro 19 per Halep.
L’obiettivo di Serena è sempre quello: agguantare quel benedetto record di titoli Slam in singolare di Margaret Court (24). Alla Williams, ferma a quota 23 da quattro anni – l’ultimo Major lo ha conquistato proprio in Australia nel 2017 (battendo in finale Venus) quando era già in dolce attesa della piccola Olympia – continua a sfuggire: nelle quattro finali Slam che ha giocato da allora non è riuscita a vincere nemmeno un set (Wimbledon 2018 persa con Kerber, Us Open 2018 battuta da Osaka, Wimbledon 2019 sconfitta da Halep e Us Open 2019 superata da Andreescu). Qualora ci riuscisse non ci sarebbero dubbi sul GOAT in campo femminile…posto che ce ne siano ancora.
La prossima avversaria – giovedì – sarà Naomi, in vantaggio 2-1 nel bilancio dei precedenti: la nipponica si è imposta in due set al primo turno di Miami ed in finale agli Us Open sempre nel 2018, la statunitense nei quarti di Toronto nel 2019.

Nella notte italiana, infatti, Naomi Osaka, n.3 WTA e terza testa di serie, aveva liquidato per 62 62, in appena 66 minuti di partita, Su-Wei Hsieh, n.71 del ranking (“best” 23 nel febbraio 2013). Per la 23enne nipponica di Osaka, salita anche sul trono mondiale esattamente due anni fa proprio dopo il trionfo a Melbourne, si è trattato del quinto successo in sei sfide con la 35enne di Kaohsiung, il più netto in termini di punteggio (le altre sfide erano state tutte estremamente combattute) con la giocatrice di Taipei che era riuscita ad imporsi solo al terzo turno di Miami nel 2019.
Entrambe erano arrivate all’appuntamento nei quarti lasciando per strada solo un set: Osaka contro Muguruza negli ottavi, Hisieh contro Errani al terzo turno (Sara è stata avanti 5-3 nel set decisivo arrivando per due volte a due punti dalla vittoria). Punteggio forse un po’ troppo severo, almeno per quanto visto nei primi game.
La partita in pratica si è decisa tra il quarto ed il quinto gioco del primo set quando Osaka, al termine di un game di 12 punti, chiuso con un rovescio atterrato proprio all’incrocio delle righe, ha strappato la battuta ad Hsieh salendo 3-1, e poi in quello successivo (durato 14 punti) quando con uno smash vincente ha confermato il break allungando sul 4-1. Poi la tennista di Taipei ha pagato la grande differenza in termini di potenza con la sua avversaria riuscendo solo a limitare le perdite.
Nella seconda frazione Naomi è schizzata avanti 3-0 e poi ha chiuso la questione nell’ottavo gioco, al terzo match-point (i primi due li aveva annullati Hsieh con un diritto incrociato ed un rovescio lungolinea vincenti) costringendo la sua avversaria a spedire fuori il rovescio.
Eloquenti i numeri di Osaka: 7 ace contro un solo doppio fallo, 48% di prime in campo ma con il 92% dei punti conquistati ed un 56% di punti vinti anche con la seconda e soprattutto nessuna palla-break concessa. Per lei 24 vincenti contro 14 gratuiti.
“Nessuna sa disegnare il campo come lei, ha un talento incredibile: è unica. Le giocatrici (e i giocatori, ndr) cambiano racchetta ad ogni cambio di palle mentre lei può andare avanti anni con la stessa racchetta”, aveva detto Paul McNamme, da anni coach di Su-Wei, dopo la vittoria su Vondrousova.
Ma contro Naomi non è bastato per continuare ad inseguire il suo sogno, lei che a 35 anni è stata la tennista più “anziana” ad aver raggiunto per la prima volta i quarti in uno Slam, proprio a Melbourne dove già in altre due occasioni era arrivata negli ottavi (2008 e 2018). Hsieh ha già riscritto la storia tennistica del suo Paese quando è diventata numero uno del ranking di doppio, specialità nella quale ha conquistato 28 trofei compresi tre Major (Wimbledon 2019, Roland Garros 2014 e Wimbledon 2013).
Naomi, che giocherà per la quarta volta le semifinali in un Major (nelle tre precedenti – Us Open 2018, Aus Open 2019 e Us Open 2020 – non solo ha sempre vinto ma ha finito poi per portarsi a casa il trofeo…) ha iniziato il 2021 con la semifinale nel “Gippsland Trophy”, un WTA 500 disputato sempre a Melbourne Park alla vigilia dello Slam: il suo cammino nel torneo è stato piuttosto spedito ed ha faticato solo negli ottavi ma contro un’avversaria ostica come la spagnola Muguruza. Giovedì dovrà provare a fermare una Williams lanciatissima…. (1200)

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