Tennis in Italia fermo anche dopo il 4 maggio, in Francia autorizzato

Francesco Bozzetti per “Libero quotidiano”
Ricorderete tutti il video diventato virale sul web dove due ragazze di Finale Ligure giocavano a tennis fra le terrazze delle loro abitazioni.
Beh, quello era solo folclore. Il vero dramma è per i diecimila – fra maestri e istruttori – che vivono di solo tennis e stanno per morire di fame senza il loro lavoro.
Sono gli operatori sportivi che aderiscono alla Fit (Federazione italiana Tennis) fra maestri, istruttori di primo e secondo grado e che da quando è iniziata la pandemia non hanno più alcun reddito e neppure la cassa integrazione. E non sanno neppure quanti dei 3200 circoli aliati in tutta Italia riapriranno di nuovo i cancelli.
Molti club, soprattutto quelli non gestiti dalla Fit, sono a conduzione famigliare e spesso hanno budget risicati, sucienti a malapena all’ ordinaria amministrazione. Ma senza giocatori non ci sono più le quote associative e quindi pochi possono permettersi il lusso di mantenere i settemila centri sportivi dedicati al tennis e non solo ucialmente censiti. I professionisti della racchetta hanno diritto solo al bonus di 600 euro ma “Sport e Salute” e la società partecipata dal Ministero dell’ Economia che ha il compito di vagliare le singole posizioni e procedere al pagamento ha evaso nora le richieste di solo 7300 degli oltre 918mila operatori sportivi italiani fra dirigenti, tecnici e direttori di gara che avrebbero diritto all’ emolumento sia per il mese di marzo, sia per quello di aprile.
Il mondo del tennis, che è lo sport più praticato con oltre 240mila tesserati (non si contano dunque gli amatori che sono milioni), sperava nella ripresa almeno al prossimo 4 maggio, ma non c’ è traccia per questa significativa fetta di sport nell’ ultimo decreto del premier Conte.
Che concede via libera solo ai runner sotto casa, o con judicio al parco.
Eppure il tennis è lo sport individuale per eccellenza, dove i giocatori sono distanziati almeno 30 metri l’ uno dall’ altro, si gioca all’ aperto e, se non c’ è gara, non hanno neppure l’ incubo di doversi stringere la mano a ne partita. «È incomprensibile – sostiene il maestro di uno dei più noti circoli milanesi – come si possa continuare a vietare uno sport senza alcun contatto fisico, più rigoroso di tutti nel rispetto delle distanze e che in tutti gli altri paesi europei si continua a praticare senza alcun problema nonostante l’ emergenza sanitaria».
Uno sport che fa bene anche alla salute, si direbbe, ma ingiustamente relegato dalle task force di palazzo Chigi al girone dantesco delle discipline vietate.
Sono stati sospesi in tutto il mondo i grandi tornei come Roland Garros e Wimbledon perché potrebbero costituire un enorme bacino di contagio per migliaia di spettatori e che senza pubblico non avrebbero alcun senso.
Ma perché costringere ancora le due giovani atlete ligure a lanciarsi la palla fra le terrazze?
La Federazione italiana Tennis, che vive di autofinanziamento all’ 87 per cento, a causa dell’ emergenza sanitaria ha dovuto sospendere tutti i contratti di collaborazione con tecnici, dirigenti anche famosi come Nicola Pietrangeli e Sergio Palmieri.
Fra questi anche il capitano della squadra di Davis Corrado Barazzutti che dice: «Altro che cassaintegrato, mi è stato sospeso lo stipendio.La gente pensa che sia ricco, ma non vivo di rendita». (624)

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