Il ritiro di Hewitt: il tennis perde un lottatore vero

Il tennis oggi ha perso un protagonista storico. Il nostro sport vede in campo le gesta di centinaia di giocatori, ma solo alcuni sono in grado di trasmettere emozioni vere e di dare spettacolo.

C’è chi fa sognare i tifosi con il proprio talento e il proprio stile di gioco, chi diverte per la follia del proprio carattere e i continui alti e bassi, chi infine ispira ed emoziona con la propria determinazione ed entusiasmo nello stare in campo. Hewitt apparteneva a quest’ultima categoria, uno dei pochi forse nel circuito tennistico che potesse essere definito un lottatore vero.

Classico esempio di giocatore non dotato di particolare talento, ma che ha sopperito alle sue lacune con la mobilità in campo e la forza mentale, Hewitt ha portato casa due Slam agli inizi della propria carriera, riuscendo a diventare il più giovane tennista della storia  a ricoprire la prima posizione in classifica. E poco conta che la chance di vincere due tornei così prestigiosi gli sia arrivata perché ha avuto la fortuna di giocarseli nell’intervallo tra i due regni di Sampras e Federer. Lui e Roger in fondo hanno la stessa età e Hewitt è semplicemente riuscito per primo a imporsi, con la propria esplosività, sui campi prima di Flushing Meadows nel 2001, e poi dell’All England Club l’anno successivo.

Quando anche Federer è arrivato alla maturità tennistica, Hewitt gli ha ceduto il passo, senza contare gli altri campioni con cui si è trovato  a fare i conti nel prosieguo della sua carriera. Ma non è mai stato uno dei tanti. Era il giocatore che non mollava un punto, che metteva in campo tutta la grinta che aveva, esternando le proprie emozioni e coinvolgendo il pubblico in ogni match, esultando anche a volte sugli errori degli avversari, che però gliel’hanno quasi sempre perdonato.

Negli occhi di noi appassionati rimangono le tante maratone giocate in cinque set, perché era proprio negli Slam che Hewitt dava il proprio meglio. Anche in periodi in cui non era al massimo della forma, soprattutto a causa degli innumerevoli infortuni che hanno reso più difficile il suo percorso, Lleyton trovava sempre il modo di far parlare di sé e regalare splendide partite.

Il suo modo di stare in campo, la sua attitudine, sono una vera ispirazione per tutti gli sportivi, ma anche per noi tifosi. Un mantra da seguire nella vita di tutti i giorni. Sono questi i valori che lo sport dovrebbe trasmettere e che per fortuna il nostro ancora è in grado di regalarci.

Oggi la sua ultima partita Hewitt l’ha giocata contro un altro esempio di professionalità e abnegazione, David Ferrer. Ferrer che, dopo aver chiuso l’ultima partita dell’australiano vincendo in tre set, ha provato a esprimere nel suo inglese zoppicante la propria stima per Hewitt, e l’emozione per il suo ritiro.

Per fortuna, un campione del genere rimarrà con noi ancora a lungo. Hewitt non ha nessuna intenzione di abbandonare il mondo tennis e farsi da parte e, anche se ora avrà più tempo di godersi la sua splendida famiglia, ha già prenotato il posto di capitano della squadra australiana di Davis. Uno come lui, con le mani in mano e senza lotte all’orizzonte, proprio non ce lo vediamo. (11965)

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