Il gesto naturale nel tennis. Let it swing

“Quel giocatore ha un gesto naturale”, oppure: “è troppo muscolare”. Sono frasi che abbiamo sentito spesso. Ma a cosa ci si riferisce nello specifico? Quale è il gesto più naturale e perché? Soprattutto ne esiste uno?

All’ultima domanda credo si possa rispondere positivamente. Ci riferiamo ai colpi fondamentali di dritto e rovescio. Per capire quale sia il movimento più naturale dobbiamo prendere in considerazione il nostro corpo e la realtà in cui viviamo. Minor fatica e maggior rilassatezza sono gli obiettivi che dobbiamo avere come riferimento e per raggiungerli in modo progressivo dobbiamo tenere in considerazione almeno un fattore: quando solleviamo un oggetto la nostra muscolatura si contrae.

Se l’oggetto da sollevare è estremamente pesante tutto il corpo cercherà di sopportare lo sforzo. Gambe, tronco, addominali, dorsali, braccia.

Al contrario un oggetto che cade non ha bisogno di grandi aiuti tenderà ad accelerare verso il terreno naturalmente. La forza di gravità svolge il lavoro per noi. Quindi in fase di apertura è opportuno ricercare una preparazione alta affinché la seconda fase si svolga con maggiore rilassatezza muscolare.

L’articolazione della spalla è un punto sul quale l’intero nostro braccio tenderà a ruotare come se fosse un pendolo. Una volta sollevato tenderà a scendere e poi a risalire, proprio come un pendolo, fissato all’altezza della spalla. Il movimento più naturale nei colpi fondamentali è proprio quello che non si oppone all’oscillazione del braccio racchetta. Il lavoro muscolare è già stato eseguito nel momento in cui è avvenuto il sollevamento.

Stringere l’impugnatura nel momento della discesa equivale a bloccare l’oscillazione e quindi a perdere i vantaggi di un’accelerazione in discesa.

Il finale verso l’alto è la conseguenza di una partenza alta. Il pendolo infatti tenderà a raggiungere la stessa altezza da cui è partito (un po’ meno a causa dell’attrito) per la legge della conservazione dell’energia. Concentrarsi sulla naturalezza dell’oscillazione implica una partenza e un finale alti.

La gestione decontratta dell’oscillazione consente di avere uno swing ampio e naturale. Il momento della risalita è cruciale perché è opportuno sfruttare la velocità acquisita in discesa evitando che l’azione muscolare collegata psicologicamente al sollevamento di un oggetto vanifichi i vantaggi acquisiti.

In questa fase per avere un gesto naturale dovremmo evitare ciò che è più naturale per abitudine: contrarre eccessivamente muscoli e tendini per alzare qualcosa. L’azione che conduce verso il finale deve essere un’agevolazione dell’oscillazione verso l’alto da eseguire anche con la rotazione delle anche delle spalle per permettere avanzamento e ampiezza.

Solo nel momento della collisione è necessaria una presa salda ma non troppo ferrea. Per un gesto naturale a volte è necessario modificare un’abitudine. In questo moto si riesce a portare all’impatto la massima inerzia possibile. Lasciamo oscillare. Let it swing. (548)

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