AUSTRALIAN OPEN : L’addio di Andy Murray

da www.federtennis.it

Ha dato tutto quello che aveva, lottando con coraggio per oltre 4 ore sulla Melbourne Arena, ma non è bastato ad Andy “Braveheart” Murray. Pochi giorni dopo l’annuncio del suo ritiro per i persistenti problemi all’anca destra, lo scozzese, ex numero 1 del mondo, attualmente al 230esimo posto del ranking a causa del lungo stop, ha ceduto in cinque set allo spagnolo Roberto Bautista Agut, numero 24 Atp e 23esima testa di serie: 64 64 67(5) 67(4) 62 il punteggio al termine di un confronto palpitante e che gli appassionati non dimenticheranno. Un commiato speciale, da occhi lucidi, per quella che era la versione diminuita di un campione, impossibilitato ad esprimersi al meglio delle sue capacità da un evidente problema fisico, ma non disposto ad arrendersi. Dopo un inizio titubante, con primo set perso per un break sul 4-4, e un secondo 6-4 incassato, il 31enne di Dunblane si è come fatto sollevare dall’abbraccio-ovazione del pubblico quando ha strappato per la prima volta la battuta al rivale, riagganciandolo sul 2-2 nel terzo. Sul 4-4 30-40 Murray si è salvato da campione, con tre vincenti uno più bello dell’altro (lungo linea di rovescia e due diritti), poi ha fatto suo il terzo set al tie-break (dopo aver mancato una chance di aggiudicarselo già sul 5-4 servizio Bautista), poi portando il suo fisico al limite (forse anche oltre) ha pareggiato il conto vincendo un altro tie-break, ma nel quinto la tenuta fisica dell’iberico, trionfatore a Doha a inizio stagione, ha fatto la differenza. E Andy, al quale Wimbledon – dove ha trionfato due volte, nel 2013 e 2016 – renderà omaggio con una statua (proprio come il connazionale Fred Perry, tre volte vincitore sull’erba londinese tra il 1934 e il 1936) secondo quanto annunciato alla BBC dal direttore generale del torneo, Richard Lewis, ha salutato per l’ultima volta il pubblico australiano (o forse quello di tutto il globo?), con commozione. Così come toccanti sono i messaggi di colleghi e colleghi apparsi sul maxi schermo, un giusto tributo a un grande campione di questo sport.

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