Roger Federer come un’esperienza scientifica: il dritto

Federer il drittoE’ il colpo che ha permesso allo svizzero di vincere diciotto slam, non che il rovescio sia da meno, ma con il dritto Federer guadagna campo, ruba il tempo all’avversario, ha maggiore sicurezza nell’accelerazione, gestisce i tempi dello scambio, cambia ritmo. Cercherò di analizzarlo da un nuovo punto di vista.

In un articolo precedente avevamo visto come il campione svizzero colpiva di dritto sfruttando l’intero braccio con un asse di rotazione il più possibile vicino alla spalla. E tenendo il polso in estensione massima. Ma non è facile accelerare un braccio più la racchetta nella loro interezza perché se da una parte abbiamo un vantaggio dall’altra esiste un problema. Nel momento dell’impatto uno strumento più lungo già accelerato fornisce vantaggi ma all’inizio del movimento, in fase di accelerazione, risulta più difficile muoverlo. Tutto ha una sua controparte.

Roger Federer risolvere il problema gestendo in modo dinamico gli assi di rotazione. Ovvero nel momento dell’apertura accelera la testa della racchetta portandola indietro con un asse di rotazione vicino alla mano, quindi, di fatto togliendo per una breve fase dall’asse di rotazione  il peso dell’avambraccio e del braccio. Quando la testa della racchetta ha iniziato a prendere velocità sposta l’asse di rotazione sul gomito in modo che la velocità acquisita aiuti il segmento successivo ad accelerare. A questo punto c’è il passo successivo, avendo avuto cura di aver messo il polso in massima estensione durante la prima fase, i primi due segmenti già in velocità forniscono una energia sufficiente per accelerare l’intero braccio verso l’impatto. Riducendo lo sforzo che sarebbe necessario per accelerare lo stesso braccio partendo da zero e usando un unico asse di rotazione al punto spalla.

L’impatto, biomeccanicamente, si può dire che sia quasi forzato ad avvenire davanti al corpo, poiché la posizione del polso a 90° unita ad un asse di rotazione che ormai Federer ha allungato al punto spalla inducono a colpire bene davanti, migliorando in questo modo anche la visione dell’impatto.

L’abilità di Roger è quindi quella di riuscire a gestire nel movimento d’esecuzione le diverse inerzie del proprio braccio a seconda dei punti di rotazione dello stesso che indicativamente sono tre: mano (polso), gomito, spalla.

federer dritto 2La ballerina su ghiaccio, che ruota su se stessa e rallenta se allarga le braccia mentre va più veloce se si chiude su se stessa, fornisce l’esempio classico a cui fare riferimento.

Il diritto dello svizzero però sfrutta le fasi di raccolta per migliorare la velocità in fase di allargamento in tre momenti successivi del colpo in cui sposta l’asse di rotazione indietro rispetto alla testa della racchetta, cosa che non accade con la ballerina. Questo gli consente di aumentare la massa utile nell’impatto riducendo i tempi e la fatica per accelerare il lungo pendolo formato dall’intero braccio racchetta.

Entrano in gioco tre pendoli legati da un relazione di successivo sfruttamento dell’inerzia acquisita al fine di muovere il pendolo più lungo e portarlo all’impatto. I vantaggi sono molteplici: maggiore controllo; riduzione degli errori gratuiti e migliore gestione degli angoli di alzo del colpo, perché nell’ultima fase la traiettoria in altezza è gestita dal punto spalla e non dall’avambraccio o dall’asse a metà mano o polso; lo stesso si può affermare per la gestione degli angoli laterali. Questo accade perché con un punto di rotazione arretrato è più difficile raggiungere angoli estremi d’impatto. Se si muove l’avambraccio in pronazione un relativo piccolo movimento può far chiudere il piatto corde troppo verso il basso; un movimento del polso o del gomito in senso laterale anche di pochi gradi può far perdere precisione al momento di colpire la pallina. Si tratta di frazioni di secondo. Più l’asse è arretrato più questi micro spostamenti vengono controllati in modo preciso.

Si può tentare un esperimento: appoggiate una penna su un tavolo, parallela al vostro braccio allungato, e muovetela per l’estremità più vicina a voi di novanta gradi. La mano se mossa all’altezza del polso può raggiungere facilmente il parallelismo con la penna. Se invece muoviamo il braccio all’altezza del gomito notiamo che lo spostamento è più ampio ed abbiamo una migliore gestione degli angoli intermedi. Se muoviamo il braccio ad altezza spalla avremo addirittura delle difficoltà a riportarlo parallelo alla penna. Questo nel tennis si traduce in una gestione accurata degli angoli di impatto, meno errori, e di conseguenza anche in più precisione di traiettoria della palla in uscita.

I dritti dei migliori giocatori di tennis hanno queste caratteristiche. Nadal, Agassi, Sampras e appunto Roger Federer cercano di colpire in questo modo il maggior numero di volte possibile. Tempo ed esperienza gli hanno permesso di capire qual’è il gesto più efficace nel tennis moderno. Federer riesce a compiere questo movimento statisticamente più volte degli altri e i risultati sono davanti a tutti. (1985)

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