L’altalena atletica di Novak Djokovic verso la coppa dei moschettieri

Guardavo spengersi lentamente Rafael Nadal contro il muro imposto da Novak Djokovic e riflettevo che intere generazioni sono cresciute con lo spagnolo. Il diritto si è affievolito lentamente dal primo al terzo set: la palla è divenuta sempre meno penetrante, con Nadal sempre più costretto a compensare con il braccio un colpo che non riusciva più a giocare con tutto il corpo. La palla roteava in alto, sempre di più, per poi ricadere troppo presto nel campo, con Nole che riusciva ad appoggiarsi bene al colpo che giocava di poco sotto la spalla.

In questo modo è terminata, con molta probabilità, l’era dello spagnolo al Roland Garros. Si può parlare di era perché si tratta di quasi due lustri. Mio figlio non era ancora nato quando Rafa iniziò a vincere nell’ormai lontano 2005. Alcuni figli dei nemici hanno terminato la scuola primaria con le vittorie di Nadal che si susseguivano ogni giugno fatta salva un’unica eccezione, quella del 2009. Era più che naturale che si verificasse un’altra sconfitta e questa sconfitta è avvenuta dopo un anno di problemi fisici che lo spagnolo molto probabilmente non ha ancora ben recuperato. Dall’altra parte del campo giocava il candidato numero uno a porre fine a questa striscia di vittorie del maiorchino: Novak sta giocando un tennis molto solido in questo 2015 ed è il favorito numero uno per la vittoria finale, ma la partita di ieri, a guardare bene ha evidenziato qualche sbavatura non troppo trascurabile nel gioco del serbo.

Durante le partite ha sempre avuto dei lievi cali e dei ritorni di brillantezza, è quasi una costante del gioco di Djokovic questo tipo di altalena. E questo aspetto non è mancato nemmeno durante il quarto di finale giocato ieri. Lo si è visto meno nella parte finale della partita, a causa del calo di Nadal, ma fino a metà, o poco più, del secondo set lo si è visto perdere il tempo sul rovescio lungolinea diverse volte, con il colpo che usciva regolarmente in corridoio. C’è stato anche qualche errore grossolano: come un paio di diritti affossati in rete da una distanza veramente vicina alla metà campo, ed uno di questi era su di una palla break.

Davanti a sé il serbo ha ancora due partite prima di poter alzare la coppa dei moschettieri tra le mani e le indicazioni che sono venute dagli altri campi non sono molto rassicuranti per lui. Andy Murray è venuto fuori da una partita difficile contro uno dei combattenti più coriacei del circuito. Dopo i primi due sets persi David Ferrer è tornato quasi di prepotenza a prendersi la terza partita dopo aver annullato una palla match a Murray, il quale ha dimostrato una freddezza ammirevole nel riuscire a reggere il colpo e ad approfittare di un lieve calo di tensione dello spagnolo nel quarto set.

Nel derby svizzero Wawrinka ha fatto vedere un gioco di alto livello che gli ha permesso di sconfiggere il suo connazionale più quotato Roger Federer. In semifinale incontrerà il francese Tsonga il cui tennis esplosivo è forse un po’ meno adatto a questi campi lenti del Roland Garros e quindi lo vedo leggermente al di sotto rispetto a Murray e Wawrinka nel dare fastidio a Djokovic.

Nelle prossime due partite quindi, ammesso che per il serbo siano due, si tratterà di vedere come gli alti e bassi, seppur lievi, di Djokovic andranno a sincronizzarsi con l’andamento particolare della singola partita. Se si verificheranno in momenti di relativa calma e di poco peso specifico Novak non dovrebbe avere problemi, ma se questi cali di rendimento intersecheranno game cruciali per la vittoria di sets allora il serbo potrebbe avere più problemi di quelli che si possa sospettare.

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