ROLAND GARROS – Luca Vanni ” Il coach mi ha dato 15 precetti da seguire”

Si a sedici anni ero ancora 4.3 e vinsi il Master delle Vallete Aretine contro il Chiodini”

Ci accoglie con il suo sorriso disarmante Luca Vanni, 28 anni che si è qualificato per il tabellone principale del Roland Garros vincendo tre durissime partite tutte e tre al terzo (tra cui la prima 16-14).
“Il declic è stato il mio infortunio al tendine rotuleo. Aveva già avuto un best ranking di 270 quindi non partivo dal nulla. Ma quella è un’operazione delicata e per recuperare ci vuole del tempo. Nel periodo in cui sono stato fermo a 28 anni, non sai se puoi riprenderai e come. Ti vedi allontanare il sogno che avevi da bambino, vedigli altri che vanno avanti e cosi’ ho preso una seria risoluzione. E’ stata una maturità mentale. Certo si deve e si può’ migliorare anche nel gioco, ma lo sforzo è stato mentale, di volontà. Con l’allenatore abbiamo fatto una scheda di cose da fare e soprattutto da non fare. Piccoli accorgimenti, ma che alla lunga fanno una grande differenza. Per esempio fare stretching tutti i giorni e non solo una volta alla settimana, il ghiaccio dopo gli allenamenti, non esagerare con la coca-cola e le patatine fritte. Insomma avevo un foglio con 15 accorgimenti da seguire. Il mio coach mi aveva anche detto che se li seguivo mi avrebbe aiutato anche finanziariamente. Nel senso che seguendo quei precetti sarei potuto diventare o almeno mi sarei comportato da professionista. Non gli ho fatti tutti, ma almeno 12 su 15 li ho seguiti.”
I risultati poi sono arrivati
“Non è stato facile perché quando una cosa ce l’hai come abitudine è difficile togliersela.”
Comunque il miglioramento c’è stato, la finale a San Paolo del Brasile.
“Avevo già fatto le quali a Chennai e perso 75 al terzo da Berankis che era stato 70 poi un’altra sconfitta anche quella tirata contro Lajovic (76) insomma il gioco stava venendo. Mi considero in quel limbo di giocatori tra i 60 ed i 110. Ovviamente prima di tutto bisogna arrivarci e poi stabilizzarsi.”
La qualificazione è stata comunque un ottimo risultato
“Ho trovato che negli Slam con uomini e donne insieme c’è un grande caos, e nel tennis tra i giocatori non ci sono amicizie vere. Molte sono amicizie di cortesia, finte amicizie.”
Qua hai giocato con Ungur che viveva a Perugia, poi Fabbiano che si allena con te ed infine Golubev che vive a Bra quasi degli amici.
“Con Fabbiamo viviamo insieme a Foligno abbiamo lo stesso coach, ci alleniamo insieme, passo più tempo con lui che con la mia ragazza. Non è stata una partita facile, ma il tennis è cosi’.” (842)

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