US OPEN : Andy Murray si salva al quinto, Thiem approfitta del ritiro di Munar

da www.eurosport.it

(Foto USTA e P.Boren)

Andy Murray supera in cinque set Yoshihito Nishioka  cancellando un match-point nel quarto  4-6, 4-6, 7-6 (5), 7-6 (4), 6-4 in 4 ore e 39 minuti. A Dominic Thiem bastano invece 2 set contro l’infortunato Jaime Munar: 7-6, 6-3.

Il quarto dei Fab Four, il più grande difensore del tennis moderno ha vinto quasi tutto nell’era di Federer, Nadal e Djokovic. E stasera, dopo un primo ritiro per doppia operazione all’anca, 600 giorni dopo l’ultimo successo in uno slam, due anni dopo l’ultima partita a New York, ha ricordato perché. Il match dell’Arthur Ashe contro il volitivo Nishioka è il simbolo di una carriera di rimonta e resistenza, spingendosi oltre ogni limite per battere tutti: Andy Murray è tornato a Flushing Meadows con il suo campionario di santa fatica.

Non è più il numero 1 al mondo, non è più il giocatore capace di vincere questo torneo 9 anni fa, non è più il vero Andy Murray che riabbraccia New York pur nell’eco dell’Arthur Ashe, il palco centrale riservato al ritorno del grande campione. Ed è come se fosse rinchiuso in una bolla di tennis splendido che vorrebbe ancora giocare, ma che non gli appartiene più.

Con tutto il rispetto che si deve al più grande difensore moderno di questo sport e all’uomo che ha lasciato un’anca sui campi più importanti del mondo, Andy Murray è stato per 2 set e mezzo preso a pallate da Yoshihito Nishioka, giapponese numero 49 del ranking ATP, più giovane di 9 anni e molto più agile del britannico due volte campione di Wimbledon.

I passanti, i contropiedi, i recuperi e tutto quel che occorre fare da fondo campo è uscito dalle corde mancine di Nishioka: a Murray sono rimasti i punti più belli ricamati a rete che sembravano il canto del cigno, poi all’improvviso, al turning-point del terzo set, sotto di un break, qualcosa è cambiato. È tornata la voglia di compiere un’altra impresa della sue, la prima con la protesi all’anca, iniziando una splendida e oggi sì incredibile rimonta per il nuovo vecchio Murray. Lo scozzese ha iniziato a tirare più forte di dritto (6 km/h in più dal tie-break del terzo set, addirittura +14 km/h in quello del quarto) e intanto Nishioka s’è un po’ inceppato, cedendo un tempo di gioco e un metro di profondità. È venuto infine il “braccino” al comunque talentuoso giapponese al cospetto del campione senza tempo. È finita 4-6, 4-6, 7-6 (5), 7-6 (4), 6-4 in 4 ore e 39 minuti: altro che “Sportify” e viva la grande bellezza del tennis che resiste.

Dominic Thiem ha invece risparmiato un set dopo aver dato un paio di spallate allo spagnolo Jaime Munar, che s’è ritirato sul 7-6 (6), 6-3 a favore del tennista austriaco che è numero 2 del torneo e che prima delle precoce eliminazione a Cincy molti davano come unico sfidante all’altezza di Djokovic in questo US Open. Thiem affronterà al secondo turno Sumit Nagal, che ha battuto il tennista di casa Bradley Klahn in 4 set.

Murray-Nishioka 4-6 4-6 7-6 7-6 6-4

Thiem-Munar 7-6 6-3 rit. (371)

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