US OPEN : Kevin Anderson un sudafricano in finale dopo 52 anni

da www.federtennis.it

(Foto Patrick Boren)

RISULTATI:
(28) Anderson (RSA) b. (12) Carreno Busta (ESP) 46 75 63 64
E’ dunque il 31enne di Johannesburg, in precedenza capace di approdare nei quarti proprio in questo torneo nel 2015 quando poi sullo slancio arrivò in ottobre al numero 10 della classifica mondiale (suo best ranking), prima che un paio di stagioni costellate dagli infortuni lo facessero precipitare all’indietro, a regalarsi una storica prima volta, impiegando un set per scollarsi di dosso la tensione per una sfida tanto importante e poi facendo valere tutta la potenza – a tratti devastante – dei suoi colpi, in primis servizio (22 gli ace totali alla fine, con 56 vincenti) e diritto. Anderson con questo exploit riporta il Sudafrica nella geografia del tennis che conta: per trovare un suo connazionale in semifinale nella Grande Mela bisognava tornare indietro di 37 anni, a Johan Kriek sconfitto da Bjorn Borg nel 1980, mentre nel 1965 si issò fino alla finale Cliff Drysdale, sconfitto da Manolo Santana sull’erba di Forrest Hills (a livello Major l’ultimo sudafricano all’atto conclusivo di uno Slam è Johann Kriek, vincitore nel 1981 agli Australian Open, mentre quando concesse il bis l’anno seguente difendeva i colori degli Stati Uniti). “Sono al settimo cielo, solo nove mesi fa mi dicevano che dovevo operarmi all’anca e ora sono in finale in uno dei tornei più importanti del mondo” – il primo commento di Anderson – “Per me è come un sogno che si avvera, non ho ancora realizzato fino in fondo. Nel primo set lui mi faceva giocare tanti colpi e io ero teso, come penso lo fosse anche Pablo, è stata incredibilmente dura, poi con il passare del tempo ho trovato il giusto timing per spingere e riuscire a vincere un incontro tanto importante. Ora voglio godermi questo momento, da domani penserò alla finale”.

ANDERSON INIZIA TESO POI PRENDE IL SOPRAVVENTO – Il terzo testa a testa fra i due (i due precedenti sono stati appannaggio del sudafricano: nel 2013 sulla terra di Casablanca e appena qualche settimana fa, nel ‘1000’ di Montreal) ha visto Anderson partire subito con due ace nel gioco di apertura, ma altrettanta sicurezza ha mostrato nel tenere i propri turni di servizio l’iberico, pronto poi a sfruttare il primo passaggio a vuoto di Anderson, più falloso del solito (probabilmente per via della tensione), nel settimo game per piazzare il primo break dell’incontro (appena il quarto incassato in tutto il torneo dal gigante di Johannesburg in 91 turni di servizio) e quindi allungare sul 5-3. Sul 5-4 Carreno Busta si è visto annullare dall’avversario, con coraggio e colpi in spinta, due set point consecutivi, ma poi con un ace a uscire da destra (il primo per lui) e un servizio vincente esterno ha intascato la prima frazione, 16esimo set di fila vinto nel torneo. Nel quarto gioco della seconda partita sono arrivate le prime palle-break per il 31enne di Johannesburg, che ha sfruttato la seconda per salire 3-1, vantaggio però subito vanificato dallo spagnolo, capace di tre passanti vincenti. Riagganciato, Anderson sul 4-3 ha mancato due opportunità per strappare di nuovo la battuta al 26enne di Gijon, in grado di cavarsi d’impaccio mettendo due prime belle solide e poi cogliere il 4-4. Il sudafricano ha continuato a martellare alla battuta, salendo di rendimento alla risposta e quando l’iberico ha commesso uno sciagurato doppio fallo sul 6-5 30 pari non si è fatto pregare due volte per pareggiare il conto dei set, chiuso con un rovescio incrociato bimane vincente. In apertura di terza frazione Carreno Busta si è salvato da 0-40, con cinque punti di fila, ma non gli è riuscito altrettanto nel quarto game, quando con un altro doppio fallo ha regalato il break (1-3). Anderson è stato praticamente ingiocabile nei suoi turni di servizio e, dopo aver visto sfumare due set-point già sul 5-2 15-40, ha sfruttato a dovere la sua arma migliore e con il 20esimo ace della sua partita ha incamerato il terzo parziale. Il biondo Kevin non ha più alzato il piede dall’acceleratore e ha strappato la battuta allo spagnolo nel quinto game (3-2), margine conservato, anzi sfiorando un secondo break per il 5-2 “pesante” (due chance annullate dal giocatore cresciuto nell’Accademia di Juan Carlos Ferrero). Carreno Busta ha lottato come un leone per rimanere nella partita, ma una volée di rovescio sulla riga e uno smash di rimbalzo da fondo hanno portato al primo match point Anderson, che ha potuto mettersi le mani sui capelli, incredulo, quando il rivale ha messo in rete un diritto. (624)

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