US OPEN : Finale donne tra Sloane Stephens e Madison Keys

Da www.federtennis.it
(Foto Brigitte Grassotti)
RISULTATI:
Stephens (USA) b. (9) V.Williams (USA) 61 06 75,
(15) Keys (USA) b.(20) Vandeweghe (USA) 61 62.

C’è aria di rinnovamento a Flushing Meadows. Saranno infatti Sloane Stephens e Madison Keys a contendersi sabato il trofeo degli Us Open in corso sul cemento di New York. Nella notte italiana sono andate in scena le semifinali tutte made in Usa (non accadeva dal 1981 agli Us Open, dal 1985 in un Major) con la Stephens, numero 83 del ranking mondiale, che ha sconfitto per 61 06 75, in due ore e 7 minuti di gioco, Venus Williams, numero 9 Wta e nona favorita del seeding, e la Keys, numero 16 Wta e 15esima testa di serie, che si è imposta per 61 62, in appena un’ora e cinque minuti di partita, su Coco Vandeweghe, numero 22 Wta e 20 del tabellone.
Quella di sabato sarà per entrambe la prima finale in carriera in un Major: la Stephens si è aggiudicata in due set l’unico precedente disputato due anni fa al primo turno del Premier Mandatory di Miami. Quel che è già certo è che quest’anno il circuito rosa avrà quattro differenti vincitrici Slam (Serena a Melbourne, Ostapenko a Parigi e Muguruza a Wimbledon le altre campionesse Major in questa stagione).
Sarà anche la prima finale tutta americana dal 2002, quando Serena vinse il suo secondo Us Open battendo Venus, e, Williams sisters a parte, la prima in uno Slam da quando Martina Navratilova supererò Zina Garrison nella sfida per il titolo a Wimbledon nel 1990.
La vincente tra Stephens e Keys diventerà la terza giocatrice non compresa tra le top-ten a conquistare il titolo a Flushing Meadows da quando esiste il ranking computerizzato (1975): le altre due sono state Kim Clijsters nel 2009 e Flavia Pennetta nel 2015. E, dato alquanto curioso, per la prima volta dagli Australian Open del 2002, dove andò a segno Jenniifer Capriati, a vincere sarà un’ameicana che non si chiama … Williams.

SLOANE FERMA VENUS – La Stephens è diventata la 14esima giocatrice non compresa tra le teste di serie a raggiungere una finale Slam nell’Era Open, la quarta a New York (le altre tre sono state Venus nel 1997, Clijsters nel 2009 e Roberta Vinci nel 2015). Curiosamente c’è un solo precedente tra Venus – l’unica delle quattro semifinaliste ad aver vinto dei trofei Slam (7, di cui due Us Open: nel 2000 e nel 2001) – e Sloane, favorevole a quest’ultima che si era imposta in due set sulla terra del Roland Garros nel primo turno di due anni fa. Nel primo set non c’è stata storia con la 24enne di Plantation solidissima al servizio mentre Venus (23esima semifinale Slam per lei in 76 partecipazioni) ha cominciato malissimo perdendo il servizio al quarto gioco (dritto in rete) ed ancora nel sesto (doppio fallo). Secondo parziale a parti perfettamente invertite con la 37enne di Lynwood che, dopo aver salvato due palle-break in avvio, ha alzato di parecchio il ritmo non concedendo più nulla alla sua avversaria. Nella terza frazione, ricca di equilibrio ed emozioni, la Stephens ha reagito salendo 2-0 ma “Venere” ha risposto infilando tre giochi di fila (3-2). Sloane ha provato l’allungo strappandole il servizio ancora nel settimo gioco (4-3) ma la Williams ha messo insieme le ultime forze per riportarsi avanti (5-4). Nel decimo gioco, sul 30 pari, Venus è arrivata a due punti dalla vittoria ma improvvisamente ha finito le energie ed ha perso dieci degli ultimi undici punti giocati con la Stephens (micidiale il lob che ha regalato a Sloane il break decisivo nell’undicesimo gioco) che ha chiuso per 61 06 75.
E pensare che dopo il lungo stop per infortunio e conseguente operazione al piede Sloane era scesa fino al numero 957 del ranking mondiale, classifica che aveva solo poco meno di due mesi fa: male che vada, da lunedì sarà a ridosso delle top-20. ”Non ho parole per esprimere quello che provo e per quello che sono riuscita a fare qui” – ha commentato a caldo la Stephens -. ”Se qualcuno mi avesse detto che al mio rientro nel circuito avrei fatto semifinale a Toronto e Cincinnati e finale a New York non gli avrei creduto”. E già perché nello Slam di casa non era mai andata oltre gli ottavi (2013). ”La finale con la Keys? Ci conosciamo da tanti anni e probabilmente Madison è una delle migliori amiche che ho nel circuito”.

MADISON STENDE COCO – Due invece i precedenti tra la Vandeweghe e la Keys, entrambi giocati quest’estate e vinti da Madison: in finale a Stanford ed al primo turno di Cincinnati. Seconda semifinale Slam per entrambe, la prima a New York. I consigli di Lindsay Davenport, ex numero uno del tennis mondiale, devono aver fatto proprio bene alla 22enne di Rock Island, che nelle precedenti cinque partecipazioni allo Slam di casa non era mai andata oltre gli ottavi. Stavolta la Keys ha sfoderato una prestazione maiuscola ed a farne le spese è stata la Vandeweghe che ha racimolato appena tre giochi. La 25enne newyorkese che eliminando nei quarti la ceca Karolina Pliskova aveva di fatto “regalato” lo scettro mondiale alla spagnola Garbine Muguruza, non è riuscita ad esprimersi come sa. Sicurezza e determinazione sono improvvisamente svanite: Coco ha continuato a guardare per tutto il match il suo coach Pat Cash in tribuna ma l’ispirazione non è arrivata. Primo set mostruoso della Keys che ha concesso solo tre “quindici” in quattro turni di battuta mentre la Vandeweghe ha perso due servizi su tre ed in quello che ha difeso ha comunque dovuto annullare una palla-break. Seconda frazione fotocopia con Madison che ha avuto qualche problema in più a tenere la battuta solo nel quarto gioco (ma senza però aver concesso palle-break). Unico brivido quando al cambio di campo sul 4-1 la Keys è rientrata negli spogliatoi per farsi trattare un piccolo risentimento alla gamba sinistra ma al rientro ha immediatamente frustrato le speranze di rimonta della connazionale (ed amica) chiudendo il discorso: 61 62. ”E’ uno di quei momenti che sogni fin da bambina” – ha ammesso Madison che grazie a questo risultato da lunedì rientrerà tra le top ten (sarà almeno numero 9) -. ”Essere in finale qui è davvero meraviglioso. Contro Sloane sarà un match difficile: ci conosciamo da quando eravamo junior, abbiamo giocato gli stessi tornei, abbiamo fatto parte della squadra di Fed Cup. Spesso quando siamo in giro per il mondo andiamo a cena insieme e ci sosteniamo l’un l’altra. Abbiamo un gioco molto simile ed ognuna darà il massimo per Vincere”. (673)

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